A chi dice che stiamo portando avanti una campagna anti-vaccinale per "guadagnare sulla paura": guardate che sulla paura di un virus para-influenzale ci state speculando voi, e da più di un anno.

Noi non siamo foraggiati dai produttori di vaccini, di anticorpi monoclonali e di qualunque tipo di farmaci. Sosteniamo le cure o meglio ancora la prevenzione, ma di fronte all'illogicità di certe misure. Siamo comunque convinti che il modo migliore per sconfiggere un virus meno letale dell'influenza sia vivere come sempre si è fatto, ignorando determinati colleghi giornalisti che hanno dimenticato la loro missione. Diffidando dei politici (tutti, ora possiamo dirlo con certezza) e curando il proprio organismo e il proprio benessere psico-fisico nel modo meno invasivo possibile.

Non ci entra un centesimo in più ad essere preoccupati delle sorti dei nostri connazionali. Non ci vergogniamo neppure a parlare di "preoccupazione": siamo nati umani e tali vogliamo rimanere fino alla fine, checché pianifichino le èlite e chi è asservito all'abbruttimento morale e fisico dell'individuo.

A noi non ce ne frega una beneamata dei business dei commissari sui tamponi e sulle mascherine. Non prendiamo soldi statali - come molti siti e tg - per fare la conta delle presunte vittime covid (non l'abbiamo mai fatta) e per offendere chi ha malattia serie, spesso incurabili.

Da febbraio dell'anno scorso la nostra opinione - supportata da una mole massiccia di documenti, studi e interviste ad esperti - è che gli italiani possano e debbano tornare alla vita. A viso aperto, uscire, con coraggio, portando avanti attività frutto di sudore e sacrifici. Sedendo tra i banchi di scuola, tornando a partecipare alla vita sociale.

Se per vedere questo bisogna perdere qualche visualizzazione perché qualcuno è andato al parco a giocare col figlio o col cane anziché stare sullo smartphone, ne siamo ben lieti. Siamo precari dell'informazione (per noi è meglio conservare la libertà di poter scrivere) e nonostante questo a differenza di tutti non chiediamo un centesimo di donazione.

Non organizziamo pranzi e cene, non chiudiamo i nostri articoli, non chiediamo nulla a nessuno per il nostro lavoro e per la nostra presenza. Per farla breve: a differenza di altri non abbiamo intenzione di speculare sull'emergenza, come buona vecchia abitudine italiana.

Se dobbiamo sopportare critiche ed esporci per il nostro lavoro di guardiani del bene collettivo (che in questo caso coincide con chi deve essere tutelato di fronte a vaccini non sicuri), sopportiamo: l'umanità è un bene troppo grande per essere - domani - corresponsabili della sua distruzione e disumanizzazione.

Quindi, riassumendo, indirizzate le vostre invettive sguaiate e ipocrite altrove: non ci spostate di un millimetro e le persone sono abbastanza intelligenti da giudicare da quello che leggono e vedono.

2 comments

Grazie, per la vostra dedizione.
Deborah CRISTINA
Grazie infinite!!! Sono assolutamente con voi..