HO UCCISO UN PRINCIPIO

La sera del 29 luglio 1900, a Monza, il re d'Italia Umberto I si allontanava, a bordo di una carrozza scoperta, dalla palestra della società ginnica "Forti e liberi", dove aveva premiato alcuni atleti. Ad un tratto, gli si avvicinò un giovane il quale, armato di una rivoltella, colpì a morte il sovrano. Il giovane attentatore fu subito arrestato e identificato: era Gaetano Bresci.

L’anarchico venuto dall’America, come lo chiameranno alcuni intellettuali di rango e storici, è un uomo di quasi 31 anni, distinto, piacente, dai baffi curati e dall’abbigliamento raffinato per uno della sua condizione. A Prato, per questo, lo avevano soprannominato fin da ragazzo il «paino», ovvero il damerino, e lui si è sempre risentito per questa etichetta, appiccicata come se ai poveri non dovesse essere riconosciuto il diritto allo stile, all’eleganza, all’incedere dignitoso nonostante sopraffazioni e angherie. Ha visto tanti luoghi senza trovare pace in alcuno.

Comments

Be the first to add a comment